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Non aveva mica un nome per sè il mio spirito, nè uno stato civile: aveva tutto un suo mondo dentro; e io non bollavo ogni volta di quel mio nome, a cui non pensavo affatto, tutte le cose che mi vedevo dentro e intorno. Ebbene, ma per gli altri io non ero quel mondo che portavo dentro di me senza nome, tutto intero, indiviso e pur vario. Ero invece, fuori, nel loro mondo, uno - staccato - che si chiamava Moscarda, un piccolo e determinato aspetto di realtà non mia, incluso fuori di me nella realtà degli altri e chiamato Moscarda.

Nessun nome. Nessun ricordo oggi del nome di jeri; del nome d'oggi, domani. Se il nome è la cosa; se un nome è in noi il concetto d'ogni cosa posta fuori di noi; e senza nome non si ha il concetto, e la cosa resta in noi come cieca, non distinta e non definita; ebbene, questo che portai tra gli uomini ciascuno lo incida, epigrafe funeraria, sulla fronte di quella immagine con cui gli apparvi, e la lasci in pace e non ne parli più. Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest'albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest'albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo.
L. Pirandello, Uno, nessuno e centomila

Stamattina mi sono svegliato, e, siccome l'Universo si sta espandendo, ci ho messo più tempo del solito a trovare la vestaglia

Dicono che i soldi non facciano la felicità...figuriamoci la miseria

Dio è morto, Marx è morto e neanch'io mi sento tanto bene

Ti credi Dio? Beh, a qualcuno bisognerà pur ispirarsi

WOODY ALLEN

Toutes choses sont déjà dites, mais comme personne n'écoute il faut toujours récommencer

André Gide

Interessante citazione sul risveglio

[...]My best time is the morning; my preferred
Season, midsummer. I once overheard
Myself awakening while half of me
Still slept in bed. I tore my spirit free,
And caught up with myself - upon the lawn
Where clover leaves cupped the topaz of dawn,
And where Shade stood in nightshirt and one shoe.
And then I realized that this half too
Was fast asleep; both laughed and I awoke
Safe in my bed as day its eggshell broke,
And robins walked and stopped, and on the damp
Gemmed turf a brown shoe lay! [...]

Il mio momento preferito è il mattino; il mio periodo preferito, la metà dell'estate. Una volta ho sentito che mi stavo svegliando, mentre metà di me, a letto, ancora dormiva. Liberai il mio spirito e raggiunsi me stesso, sul prato, dove i trifogli raccoglievano la rugiada simile a topazio, e dove io stavo in camicia da notte e con una scarpa sola. Quindi realizzai che anche questa metà era profondamente addormentata; entrambe le metà risero e io mi svegliai, al sicuro nel mio letto, mentre il giorno nasceva come rompendo il guscio del suo uovo, e sull'umido prato coperto di germogli stava una scarpa marrone!

Da Nabokov, Pale Fire

Ps. Aggiunti nuovi ipse dixit in

https://2bca.forumattivo.com/linea-diretta-f8/sito-di-classe-t27.htm

<Question: comment faire pour ne pas perdre son temps? Réponse: l'éprouver dans toute sa longueur. Moyens: passer des journées dans l'anrichambre d'un dentiste, sur une chaise inconfortable; vivre à son balcon le dimanche aprés-midi; écouter des conférences dans une langue qu'on ne comprend pas, choisir les itineraires de chemin de fer les plus longs et les moins commodes et voyager debout naturellement; faire la queue aux guichets des spectacles et ne pas prendre sa place, etc.>

<Problema: come fare per non perdere il proprio tempo? Risposta: sperimentarlo in tutta la sua lunghezza. Mezzi: passare delle giornate nell'anticamera di un dentista, su una sedia scomoda; passare la domenica pomeriggio al balcone; ascoltare delle conferenze in una lingua sconosciuta; scegliere i percorsi ferroviari più lunghi e meno comodi, e viaggiare in piedi, naturalmente; fare la coda alle biglietterie degli spettacoli e non comprare il biglietto, ecc.>

Annotazione sul quaderno di Tarrou, personaggio bizzarro di "La peste" di Albert Camus

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Giovinette scherzose, mio diletto,
nel fugace passaggio in questo loco,
è donarvi il saluto mio più caro.